[CHN] La Cina lancia la sfida alla Nike

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  1. Finalvjn
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    LA CINA LANCIA
    LA SFIDA ALLA NIKE



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    Il Dragone cinese lancia la sfida alla Nike e prova a "fare le scarpe" al mercato degli Usa. La Li-Ning, uno dei maggiori marchi di prodotti sportivi della Cina sta tentando di competere con il colosso americano proprio nel suo "giardino di casa": gli Stati Uniti. La strategia seguita dalla ditta orientale è piuttosto irriverente. Sapendo di non poter superare la casa statunitense da un momento all'altro, la Li-Ning sta adottando una politica di marketing low budget basata sul prendere in giro in modo simpatico la popolarità del brand Nike sul mercato americano. Su YouTube, per esempio, circola uno spot pubblicitario in cui due poliziotti fermano un ragazzo cinese che gira con un carico di scarpette Li-Ning: il giovane è uno dei responsabili dell'import negli Usa per conto dell'azienda orientale. Quando lo interrogano, gli agenti gli mostrano le scarpe americane che indossano e gli spiegano con particolare durezza che in America solo i prodotti "made in Usa" sono davvero affidabili: il riferimento alla Nike è chiaro. La pubblicità però non finisce qui. Quando gli uomini della polizia provano le scarpe sequestrate al giovane e ne sperimentano di persona la qualità gliele restituiscono esprimendogli una calorosa accoglienza: "Benvenuto in America". Dal dicembre 2010, il video, girato con costi bassissimi, ha ricevuto più di 40.000 visite.



    Il tentativo di Li-Ning di espandersi in America nasce anche dalla storia e dalla solidità di questa azienda. In Cina è infatti una delle imprese più importanti di scarpe sportive e di abbigliamento: i punti vendita diffusi sul territorio nazionale sono più di 7.900. In alcuni settori, come gli articoli per gli sport più praticati nel continente asiatico, ping pong e badminton, la compagnia è tra le protagoniste assolute del mercato.

    Un'idea della consistenza economica della Li-Ning la può dare proprio l'operazione sul mercato Usa. Anche se è stato previsto un calo di vendite e la perdita di un punto percentuale in termini di guadagni lordi nel 2011, la società cinese è così salda che il suo ceo, Zhang Zhiyong, ha dichiarato al Wall Street Journal che quest'anno il progetto è di investire ben 10 milioni di dollari in America.

    Finora, l'azienda cinese ha proceduto con calma, tant'è che il personale che lavora attualmente negli stabilimenti americani è formato da circa 30 persone, scelte tra gli ex dipendenti di compagnie come Nike, Adidas e Converse. Per fare un confronto, nelle sedi Nike al di fuori degli Stati Uniti lavorano più di 6.000 persone: una differenza ancora enorme.

    La cautela della Li-Ling deriva anche dal fatto che fino a questo momento le operazioni all'estero contribuiscono soltanto al 2% degli introiti complessivi. I primi riscontri sono però piuttosto incoraggianti. Per esempio, un segnale positivo è che un addetto ai lavori del settore degli articoli sportivi in America ha riconosciuto che alcuni prodotti della Li-Ning sono di qualità superiore rispetto a quelli Adidas. E in particolare le scarpe, anche per il loro design colorato e talvolta "da cartone animato, stanno catturando sempre di più l'attenzione dei consumatori americani. Le vendite non hanno ancora visto un vero e proprio boom. "Ma noi non abbiamo fretta", come sottolinea il general manager della Li-Ning International, Jay Li. "Varie aziende cinesi provano a far breccia tra i consumatori americani ma non c'è ancora un brand che sia riuscito a diventare dominante in qualche settore. Se però si pensa allo sviluppo che ebbero i marchi giapponesi negli anni '50 e '60 e quelli coreani negli '80 e nei '90 con ottimismo si può affermare: ora tocca alla Cina".

    Lo sbarco in America della Li-Ling non è però un caso isolato. Quella delle aziende cinesi produttrici di beni di largo consumo che tentano di sfondare nei mercati di tutto il mondo è una tendenza in atto già da qualche tempo sulla scena economica globale. L'obiettivo delle compagnie "made in China" come la Li-Ling è quello di rosicchiare progressivamente fette di mercati già piuttosto saturi ma ancora molto ambiti. Sia per il segmento degli articoli sportivi che per gli altri, la scelta di partire dagli Stati Uniti va letta come un modo per legittimarsi a livello internazionale. Senza provare a detenere una quota del mercato americano, il più maturo del mondo in numerosi settori, nessuna azienda può definirsi davvero globale. In più, essere presenti negli Stati Uniti con i propri punti vendita è considerata un biglietto da visita importante, che può agevolare le vendite sia in Cina che all'estero.

    L'intraprendenza con cui le aziende cinesi si gettano all'assalto dei mercati stranieri è confortata soprattutto dalla crescita economica del Dragone. I ritmi di sviluppo dell'ex Impero Celeste, com'è noto, hanno raggiunto livelli impressionanti. Nel 2010, la Cina è diventata la seconda economia mondiale dopo gli Stati Uniti, superando il Giappone, eterno rivale. Anche le prospettive per il futuro sono rosee. Secondo le stime del Fmi (Fondo monetario internazionale), nel 2011 il prodotto interno lordo cinese crescerà del 9,6% e si prevede che nel 2012 la variazione sarà quasi simile: +9,5%. L'unico limite all'espansione delle imprese cinesi all'estero è rappresentato dal fatto che ancora non esistono marchi conosciuti a livello globale come possono esserlo, per esempio, Apple o Sony.

    Anche per questo problema, però, si stanno studiando delle soluzioni. Alcune le sta proponendo proprio la Li-Ning, che dal suo omonimo fondatore ha appreso la filosofia per cui le aziende non devono riprodurre "in salsa cinese" le caratteristiche dei maggiori competitor mondiali ma puntare a diventare brand di fama internazionale con il proprio nome e le proprie forze. Le operazioni messe in campo dalla Li-Ning sono due: ha fatto riprogettare il suo logo — anche se paradossalmente è simile allo "swoosh" della Nike — e sta cercando di vendere scarpe di qualità a prezzi competitivi con l'obiettivo di attrarre i consumatori più interessati alle caratteristiche del prodotto che alla marca.

    Qualità ed economicità, insomma. Se tutte le imprese cinesi riuscissero ad abbinare questi due elementi, per le altre economie del mondo si tratterebbe di una sfida senza precedenti.

    Fonte: Yahoo.it
     
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  2. fear factory
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    Non sono neanche male
     
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  3. Finalvjn
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    Lo spot è davvero divertente!!

    Finiranno davvero per "fare le scarpe" agli americani!! image
     
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  4. cyberpanda
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    beh ovvio... in cina sono 1Mld... è evidente che ne venderanno di più anche perchè scommetto che in cina le nike subiranno un embargo piuttosto restrittivo =)

    (viva il libero mercato! ahaha)
     
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  5. Finalvjn
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    Sì, ma in realtà l'intento è di superare la Nike nelle vendite internazionali...
    In Cina sicuramente hanno già la fetta maggiore di mercato considerando i prezzi e considerando che si tratta di un marchio nazionale...
     
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  6. cyberpanda
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    ah ecco... beh in ogni caso hanno un fondo di sicurezza economica di partenza non indifferente!

    veramente spassoso il video promo =)
     
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  7. xX-FrA-Xx
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    a me non piacciono molto come stile, ma i gusti sono gusti ^_^
     
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6 replies since 28/1/2011, 11:43   123 views
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